Lo scultore croato contemporaneo Kuzma Kovačić è nato il 6 giugno 1952 da padre Vinko e madre Jelena, nata Novak, nell’antica città di Hvar sull’omonima isola situata nella parte centrale dell’Adriatico nell’ambiente spiccatamente mediterraneo, che ha permeato fortemente l’infanzia e la giovinezza dello scultore, le cui impronte leggiamo nelle sue numerose opere. Con la sensazione mediterranea dell’ambiente e con la concezione cristana del mondo ricevuta nell’ambito familiare Kuzma Kovačić, completato il liceo, arriva nel 1971 da Hvar a Zagabria, dove, nelle condizioni della grave repressione comunista, si iscrive allo studio di scultura all’Accademia di Belle Arti, dove si laurea nel 1971. Già dagli inizi riesce a trovare la proria via nella scultura e comincia a esporre le sue opere, cercando di difendere e rinnovare i valori e la specificità dell’arte scultorea e di testimoniare la propria fede per mezzo della scultura. Conseguita la laurea, nel 1978 si sposa con Barbara Domančić e con lei ha un figlio, Vinko, nato nel 1980, e una figlia, Petra, nata nel 1983.
La prima mostra personale l’ha fatta nel 1979 nel Museo della Città di Šibenik, dove sono state esposte le sue prime opere d’ispirazione cristiana, e con questo spirito è permeata dagli inizi la sostanza della sua forma scultorea: Sette peccati capitali (1987), Ecco il mare suda col sudore di sangue (1977), La predica di sant’Antonio ai pesci di Rimini (1979)… Nell’anno seguente, il 1980, gli è stata assegnata una borsa di studio da parte del Governo italiano per andare a Murano a conoscere e perfezionare l’arte del vetro nelle vetrerie “Aldo Nason” e “Fratelli Manfren”, dove ha creato le sue prime sculture di vetro. Il decennio seguente, cioè gli anni ’80, era il periodo creativo molto produttivo, quando ha fatto alcune opere capitali: Epistola a Mavro Vetranović (1980), Ringraziamento ai benedettini (1983), Per il corpo (1985), Molto amaramente (1988), Dialetto del ča nella scultura (1988) e altre. Verso la fine degli anni ’80 ha fatto il suo primo pellegrinaggio in Terra Santa e a Roma, e dopo e andato a Lourdes e in diversi altri posti di pellegrinaggio nella patria.
L’inizio del nuovo decennio, degli anni ’90, è segnato da un’opera che, olte ad essere una delle sue opere scultoree sacre più importanti, era la sua prima grande pubblica opera scultorea sacra: Porta della Cattedrale di Hvar (1990), che, altre ad aver provocato la reazione positiva del pubblico culturale, è stata accentuata anche dalla critica come capolavoro della scultura sacra contemporanea e come un nuovo segno del rinnovamento del’arte sacra dei croati. Da allora ha fatto più di cento sculture di carattere pubblico o/e sacro. Così, negli anni 1991 e 1992 lavora in legno il Crocifisso processionale per la Cattedrale di San Doimo di Spalato. Durante gli anni della guerra in Croazia, nel 1993/94 modella le monete della valuta della Repubblica di Croazia – le kune e le lipe, e sul Medvedgrad, castello medievale sovrastante Zagabria, crea il monumento Altare della patria croata, che rappresenta il memoriale nazionale centrale, con il fuoco eterno che brucia per coloro che durante la lunga storia morirono per la libertà del proprio popolo e della patria. Dopo di quello, per quasi un intero anno scolpirà in pietra la statua di papa Giovanni Paolo II, il primo monumento al mondo a forma di statua completa che rappresenta questo Papa, inaugurato solennemente durante la grande celebrazione eucaristica nel 1996 a Selca sull’isola di Brač. Con i colleghi professori nel 1997 ha fondato l’Accademia delle Arti dell’Università di Spalato, dove attualmente lavora come professore ordinario di scultura, e dal 2011 insegna anche alla Facoltà di Teologia Cattolica della stessa Università.
Al primo presidente democraticamente eletto, fondatore e difensore della Repubblica di Croazia, Franjo Tuđman, ha creato il primo, e a seconda del giudizio unanime della critica d’arte e del pubblico culturale croati, il più riuscito monumento, che è stato eretto nel 2001 a Škabrnja, un piccolo paese di grande sofferenza durante la Guerra per la Patria. Nel 2009 partecipa alla mostra “Scultura croata contemporanea” organizzata dalla Glittoteca dell’Accademia Croata delle Scienze e delle Arti e successivamente allestita anche in Germania, Austria, Italia, Slovacchia, Ungheria e Slovenia.
Tre anni più tardi, nel 2012, è stato eletto membro associato dell’Accademia croata delle Scienze e delle Arti, e, oltre a questo riconoscimento, finora gli sono stati conferiti numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali anche tre onorificenze di stato. Nell’anno seguente, il 2013, si è presentato al pubblico culturale croato con una scelta recente della propria produzione artistica alla mostra retrospettiva a Zagabria, nella Galleria di Arte Moderna, e successivamente a Spalato, nella Galleria d’Arte. Nello stesso anno è stata pubblicata la monografia sulla sua opera artistica. Nel 2014 la monografia è stata presentata anche a Roma, nel Pontificio Collegio Croato di San Girolamo. Dal 2014 al 2016 con i collaboratori scolpisce in pietra il rilievo d’altare Gloria dei martiri croati, collocato nella Chiesa dei martiri croati a Udbina nel 2016. Si tratta di uno dei più grandi rilevi sacri di pietra non soltanto in Croazia e, senza dubbio, un opera di un’imponente portata estetica e potere simbolico. E nell’occasione della cerimonia di inaugurazione e benedizione del rilievo lo scultore ha detto, come aveva accennato tante volte prima in forma sia orale sia scritta, che lui esprime la propria fede cristiana per mezzo del linguaggio figurativo, testimoniando con la propria attività scultorea che la parola è diventata opera.a